martedì 10 aprile 2012

Panta rei

 
E così il Bar Piero chiude. Da un po' preannunciato (oh come corrono le voci...) sembrava però una di quelle cose che "prima o poi ma mica adesso" e invece stamattina Riccardo ne ha dato annuncio su Facebook, innescando nel mio cervello tutta una serie di flashback che cominciano con il gelato la domenica per mano a mamma e papà cercando di sbirciare il misterioso oggetto nascosto nella saletta e che qualcuno chiamava "televisiùn". Dopo qualche anno ecco Meme seduto fuori al sole con accanto l'imprescindibile stampella, quando ancora l'idea di sposarne il figlio nemmeno mi sfiorava. Poi le barzellette piccanti di Mauro, l'abbagliante bellezza di Gemma, le discussioni con Piero, lui del Toro, il resto del mondo Juventino e ancora il sapore pungente delle prime sigarette che bisogna pur farselo piacere se si vuol essere grandi. E Laura: la sua risata inconfondibile, la torinesità mai persa, la caramella in dono ad ogni bimbo conosciuto o meno che fosse, accompagnata dalla squillante raccomandazione: "ciucia piàn che dura 'n pés"... e giù a ridere tutti. E poi la "canamia" dopo cena, il totocalcio il sabato pomeriggio, le bottiglie degli aperitivi messe a testa in giù sui loro sfavillanti dosatori, il selz che mi pareva una cosa da signori, Sceriffo trascinato dai cani, le brocche di acqua tiepida recapitate al parroco per evitare battesimi traumatici. E poi ancora il ridere e a volte anche il piangere. I primi filarini, le prime delusioni, il gelato dopo il Rosario nel mese di maggio che lì mamma mi lasciava andare, ma poi subito a casa che alle nove e mezza era già tardi...
Chiude il Bar Piero, e per noi che ci siamo cresciuti e si credeva che sarebbe stato sempre lì, un po' di tristezza la fa. Malinconia abbastanza.


Immagine rielaborata da web

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