Fino agli anni 50, ogni cinque anni a Limone si celebrava il Venerdì Santo con una rievocazione storica. Oltre ai centurioni, ai soldati a cavallo, alla Madonna e alle pie donne, un ruolo importante era quello del cantore del "Pasho", il quale inginocchiato ai piedi del Calvario intonava in latino la passione di Cristo. A giudicare dalle immagini ritrovate nei cassetti, i membri della mia famiglia hanno partecipato a più di una edizione così che troviamo immortalati almeno una Veronica, una Madonna, un po' di massari e un timido quanto fiero cantore: mio padre. Oltre alle immagini in bianco e nero e ai racconti ormai sbiaditi delle mie zie, a testimonianza dell'evento restano, dietro l'altare maggiore, le ferite inferte dai pali inseriti nella parete per costruire il palco della rappresentazione. I nostri avi non immaginavano che sotto gli svariati strati di tinteggiatura si nascondesse un pregevole affresco del '500 rappresentante i Santi Pietro e Paolo, riemerso in occasione del restauro della Parrocchia.
Vi lascio un po' di fotografie da spulciare alla ricerca di volti conosciuti... Buona Pasqua!
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Papà canta il Pasho, Pulìn 'd Ciaciu vigila austero |
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Il palco |
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Dietro all'altare l'affresco "decapitato" (Immagine: Luigi Barbano per il Bollettino Parrocchiale) |
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