Appena sopra ai Mian e poco distante dal ciabòt d'i Flicce, raggiungibile solo attraverso un sentiero in estate o tracciando in neve intera d'inverno eccolo il ciabòt 'd Pritùn. Ristrutturato con cura, è bello la sera intravederne le luci tra gli abeti o durante il giorno scorgere il fumo che esce dal camino. Mi piace questa montagna ancora abitata e mi piace che ci sia qualcuno così testardamente innamorato della dimora dei vecchi, da sopportare tutto il disagio che comporta non avere una strada che ti porta a casa. Che poi, dimora si fa per dire, ché i ciabòt non erano abitazioni vere e proprie. Ci si stava in estate magari, o si usavano per tenere gli attrezzi della campagna. Già quando ero piccola io, nei ciabòt attorno ai Mian in inverno non abitava nessuno, tutti scendevano a la Villa e quassù restavamo solo noi.
Piccola notazione linguistica: Pritùn deriva da Spirito che in francese è Esprit e in limonese diventa Prit. Il proprietario originario del ciabòt doveva essere uomo non troppo minuto per meritarsi di diventare Pritùn.
Un applauso agli attuali proprietari per la costanza e la passione.
Immagine @cielomiomarito
Teneramente storico :)
RispondiEliminaPippo
;)
RispondiEliminama il sentiero è quello che parte dal S.Pietro1? Se si vado a vederlo. Adriana
RispondiElimina@ Adriana, noi partiamo dal prato sopra il terrazzo di casa e passiamo di fianco a al San Pietro nel prato di Marro. Il sentiero poi passa dietro al San Pietro dove ci sono i tralicci della luce.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina