giovedì 11 novembre 2010

La siège de Coni


Canto in lingua francese che racconta un ipotetico dialogo tra un abitante della città di Cuneo e il principe di Conti, durante l'assedio franco-ispanico del 1744. 

da Wikipedia: Durante la guerra di successione austriaca i francesi (nemici dei piemontesi e degli austriaci) decisero di avanzare in Piemonte per poi arrivare in Austria. Prima di scendere in Piemonte, però i francesi uniti con gli spagnoli dovettero assediare Cuneo, città molto ben guarnita che già aveva resistito a otto assedi[...] L'assedio cominciò il 15 settembre 1744 con l'arrivo della prima bomba contro le mura di Cuneo, alla quale i cuneesi risposero con tanta foga da far tacere i nemici per più di due giorni. I combattimenti continuarono ancora per molto con i galloispani che distruggevano campanili e camini e i piemontesi che facevano di tutto per cacciarli motivati dal barone Federico Leutrum che amava molto quella che definiva già la sua città. Il 29 settembre da Saluzzo il Re arrivò con 25000 uomini (su 40000 di tutto l'esercito Sabaudo) per soccorrere i 4089 soldati a difesa di Cuneo. L'esercito si schierò a Madonna dell'Olmo e lì il 30 settembre combatté una grande battaglia contro i nemici galloispanici che usciranno vincitori ma saranno molto indeboliti. I ventuno giorni di assedio successivi furono molto più facili e l'11 ottobre il consiglio di guerra francospagnolo (composto dal Principe di Contì per i francesi e il Marchese Las Minas per gli spagnoli sotto un comando generale dell' Infante di Spagna Don Luigi di Borbone) decide che nelle notti successive avverrà la ritirata. Il 21 ottobre viene dichiarato concluso l'assedio.




J'écris une lettre au prince de Conti
pour lui fair connaître ce qu' c'est Coni;
c'est un retranchement qui durera longtemps
Son gouvernateur fidèle combattant hardiment

      Je sais bien de même que Coni est fort
      et sa beauté suprême, mais je plain son sort.
     J'ai cent mille hommes en train qui disent que Turin
      sera la brandevin pour le premier matin.

Prince, cet affaire mérite attention
pour bien fair la guerre il faut de munition.
Pour nourrir vos soldats vous aurez de l'embarras
cent mille hommes en campagne pesent bien sur les bras.

      Mais rien ne me manque de dans mon armée;
      même pour la depense elle est trés bien reglèe.
      J'aurais pour deux années a nourrir les Français,
      aussi ce de Coni et touts les Piémontais.

L'hiver qui s'avance vous obligera
a retourner en France et quitter tout cela;
la neige et le glaçon, le froid et la saison
vous feront bien, Conti, abandoner Coni.

      J'ai fair pour la siège un chemin couvert,
      je ne crains ni la neige ni l' froid de l'hiver.
      Fusils ni mousquetons, ni bombes, ni canons
      ne m'epouvantent pas; je vais franchir le pas.

      J'ai fini mes classes dedans le latin
      j'enleverais vos places, j'irai a Turin.
      C'est là ou j'apprendrai a me bien retrancher,
      a finir mes études pour vous en régaler.

Vous parlez trop rude pour être écolier;
il vous faut de l'étude pour vous fortifier;
retournez a Paris prenez votre régent,
car pour prendre Coni faut être plus savant.


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