lunedì 17 maggio 2010

LXXXI - Da Limone al Monte Vecchio

Monte Vecchio - 1920 m.

Ieri mattina, quando guardando fuori dalla finestra ho visto il cielo sereno e il sole spuntare dietro Jurin, per un attimo ho avuto il sospetto di  non essere ancora del tutto sveglia. L'inverno appena trascorso è stato davvero lungo e la primavera fredda e uggiosa pare voler essere altrettanto interminabile, così che uno sprazzo di sole o un accenno di caldo subito fanno scattare la molla nascosta nella testa di ogni malato di montagna, quella che fa in modo che ci sia sempre uno zaino  pronto e a portata di mano. Essendo, nonostante il sole, il meteo piuttosto incerto, abbiamo deciso che la prima uscita primaverile ci avrebbe portato su per i sentieri vicino casa e il Monte Vecchio in questo caso è meta naturale.
Stesso percorso fatto in parte con le ciastre: da Regione Meani, superando il Condominio La Soldanella (1.060 m.) e percorrendo la strada che porta alla ex cava di silice, abbiamo raggiunto la palina che indica, sulla sinistra subito dopo la fontanella, "Lu Viasol" (il Sentiero) che abbiamo seguto nel suo serpeggiare fino ai 1.250 m del Garp dei Camilla (30 minuti). Qui giunti il sentiero piega a destra  salendo tra cespugli di lavanda e boschetti di noccioli e in pochi minuti porta al bivio dove una palina poco precisa indica a sinistra "Colle dell'Arpiola - Monte Vecchio" e a destra "Monte Vecchio - San Maurizio". In realtà seguendo l'indicazione a destra si va poco lontano: per risalire al Monte Vecchio senza passare dal Colle Arpiola, bisogna inoltrarsi nel bosco seguendo la strada che giungendo dal Garp dei Camilla ci si trova praticamente di fronte. Il tracciato ampio e agevole, si inerpica piuttosto ripido nel bosco di faggi. Superato un vecchio ripetitore TV in rovina proseguiamo la salita e dopo due tornanti sbuchiamo alle Maire del Monte Mecchio o Maire 'd Martin (1.600 m - 50 minuti); facciamo colazione e raccogliamo le prime orle, poi ci incamminiamo seguendo la traccia, quasi del tutto scomparsa, di un sentiero che tenendosi a sinistra dei paravalanghe, risale verso il costone sud del Monte Vecchio. Qui giunti, riprendiamo fiato, ci inebriamo un po' con il panorama su Bec Baral, Creusa e Rocca dell'Abisso, per poi inerpicarci su per il ripido pendio dove il sentiero appare e scompare lasciandosi però sempre intuire. Giunti a superare l'ultima fila di paravalanghe, pieghiamo a destra per affrontare l'ultima salita che, tra una distesa commovente di crocus (ma tutta la fioritura qui è un incanto) e tagliando una residua lingua di neve testimone dell'inverno ancora padrone delle cime più alte, ci porta alla vetta e alla sua croce (1.920 m. - 65 minuti). Il panorama sulla pianura è, come sempre, splendido ed è impressionante vedere la corona di alpi ancora perfettamente imbiancata, ma il vento  sferzante e gelido ed il pallido sole che fa capolino tra i cumuli minacciosi, ci invitano ad un pasto rapido e frugale.  Al ritorno facciamo una lieve deviazione verso il gias del Monte Vecchio dove raccogliamo una bella quantità di orle che serviranno per una gustosa e ampiamente meritata frittata, quindi, riguadagnati i ruderi delle Maire 'd Martin, la strada nel bosco ci riaccompagna a casa.



La Bisalta vista dai prati del Monte Vecchio

Paravalanghe e panorama sul Cros


La vetta

Il "cratere" del Monte Vecchio e panorama sull'Abisso

Le orle (Erba buon Enrico)

Anemoni nel sottobosco

Crocus


Immagini @cielomiomarito

2 commenti:

  1. Ringraziamo il Blog Limone-Piemonte e @cielomiomarito per lo splendido articolo, a scopo esemplificativo abbiamo pubblicato una vostra fotografia sul nostro sito:

    http://www.limonepiemonteholidays.it/limone-eventi/limone-piemonte-in-primavera-escursione-al-monte-vecchio-1920-m/

    Grazie mille

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